La vite come tutte le piante e gli esseri viventi ha un ciclo di vita biologico composto da molte fasi che si riflettono sulla qualità dell’uva e dunque sul vino che si ricava da essa.
Vedremo di seguito come si distingue il ciclo vitale di una vite, dunque la sua storia, dalla nascita alla vecchiaia e perché ciò è importante per ottenere un ottimo vino.
Possiamo innanzitutto distinguere due cicli biologici appartenenti alla vita e sono:
|• il ciclo vitale: riguarda le età della vite;
• il ciclo biologico annuale: riguarda tutte quelle fasi che si susseguono nei 365 giorni;
a sua volta il ciclo biologico annuale si articola in sotto-cicli:
|• vegetativo;
• riproduttivo
Il ciclo vitale della vite in breve
Il ciclo vitale naturalmente corrisponde all’arco di vita della pianta, dalla nascita, la crescita e la vecchiaia: dal momento dell’impianto e dell’innesto - sia che si parli della pianta in talea che quella piantata direttamente dai semi (il cui periodo di inattività e molto più lungo) – si passa alla vigoria vegetativa, in cui la pianta si sviluppa e raggiunge la produttività che si stabilizza poi con la fase costante, per giungere poi alla fine della vita economica, arrivata la vecchiaia.
Le fasi del ciclo di vita dunque si distinguono in:
|• Periodo improduttivo: da uno a tre anni di vita, la pianta cresce senza produrre uva;
• Periodo a produttività crescente: da tre a quattro anni, la pianta inizia a produrre uva;
• Periodo a produttività costante: da venti a venticinque anni, la pianta è matura e produce uva costantemente più o meno nella stessa quantità;
• Periodo di fine economica: da trena a quaranta anni, la pianta inizia a invecchiare e cala la produzione di uva.
|Il ciclo biologico annuale
Il ciclo biologico annuale interessa particolarmente la vite nel suo periodo di produttività costante, ovvero in piena maturità e le sue fasi fenologiche sono molto influenzate da fattori esterni come il clima, il metodo di coltura e la manutenzione della vite stessa.
Il sotto-ciclo vegetativo
Durante l’anno la vite vive delle fasi fenologiche a livello vegetativo che iniziano con il cosiddetto Pianto, ovvero dopo la potatura le parti tagliate emettono del liquido che permette la riattivazione degli zuccheri e la respirazione cellulare, risale la linfa dalle radici e la pianta si attiva.
A questo punto si ha il germogliamento delle gemme che arrivano al picco intorno a metà giugno, e il successivo agostamento dove i germogli subiscono la lignificazione e si forma la corteccia, crescono le foglie fino al periodo in cui cadono decretando il periodo di riposo, che termina con la ripresa vegetativa l’anno successivo.
Il sotto-ciclo riproduttivo
Questo sotto-ciclo è molto importante per la qualità del vino, infatti rappresenta tutte quelle fasi che interessano il grappolo di uva dal germogliamento alla maturazione fino al momento della vendemmia.
A maggio compaiono i primi piccoli grappoli con la fioritura che raggiunge la sua completa fecondazione a giugno dando origine alle prime bacche (allegagione).
Successivamente si ha l’accrescimento e la maturazione degli acini che culmina con il periodo della maturazione della bacca, aspetto molto importante poiché da qui si valuta il rapporto di glucosio/fruttosio fondamentale per decretare il momento migliore per la vendemmia, si finisce poi con la surmaturazione, periodo in cui gli acini diminuiscono e la concentrazione di zucchero è ancora maggiore.
Qualità della vite
Si evince da tutto ciò che la qualità della vite influenza, dunque, profondamente il vino che da essa si otterrà, questo perché il suo ciclo di vita dipende da tutta una serie di fattori che porteranno la vite a produrre dei grappoli di uva con una certa concentrazione della parte zuccherina, cosa che a sua volta è influenzata dalla particolarità climatica in cui la vite prospera, il suo mantenimento, la pioggia che riceve, la tipologia del terreno, il livello di umidità, tutti fattori che decretano il futuro vino e la sua qualità.